Corso di estetica della musica a.s.2011 Prof.Andrea Clemente Potami

lunedì 2 maggio 2011

SATIE






ERIK SATIE




Erik Satie trascorse la sua infanzia tra la Normandia e Parigi. A quattro anni si trasferì a Parigi. Alla morte della madre, nel 1872, ritornò con il fratello minore Conrad dai nonni paterni a Honfleur, dove seguì le sue prime lezioni di musica da un organista locale. Alla morte della nonna, nel 1878, Erik e Conrad ritornarono a Parigi dal padre, che nel frattempo si era risposato con una giovane insegnante di piano, la quale darà lezioni ad Erik, allora dodicenne. Satie abbracciò la religione cattolica ed entrò nel 1879 in conservatorio, ma i suoi professori lo screditarono presto, rimproverandogli lo scarso talento. Nel 1885 decise quindi di arruolarsi in reggimento di fanteria. Capì in fretta che l'esercito non faceva per lui, e alcune settimane più tardi si espose volontariamente al freddo, ammalandosi di congestione polmonare e facendosi riformare. Nel 1887 si trasferì a Montmartre: in questo periodo cominciò una lunga amicizia con il poeta romantico Patrice Contamina e fece pubblicare le sue prime composizioni poetiche da suo padre. Nel 1890 frequentò la clientela artistica del locale Le chat noir e conobbe Debussy. Nel 1891 aderì all'Ordine cabbalistico dei Rosacroce fondato da Joséphin Péladan e Stanislas de Guaita. In qualità di capo di quest'ordine, compose la Sonneries de la Rose+Croix, les fils des étoiles.

Dal 1892 scrisse le sue prime composizioni musicali e, nel 1893, iniziò una relazione con la pittrice Suzanne Valadon. Il periodo più fecondo di Satie fu quello modernista, che inizia nel 1905 quando il compositore si trasferisce a Parigi e conosce il poeta Jean Cocteau con cui, insieme a Picasso, comporrà, scriverà e realizzerà il balletto d'ispirazione cubista Parade; Satie e Cocteau diventarono fra gli animatori principali del Gruppo dei Sei. Le composizioni di questo periodo sono definite da Satie stesso «musique de tapisserie» ("musica da tappezzeria") e rappresentano una satira molto forte contro l'accademismo e la musica dotta (si ricorda che Satie era un noto pianista di cabaret) che culmina anche nei balletti, alcuni dei quali ebbero strascichi in tribunale dopo la prima. Inoltre con questa definizione si anticipa il carattere che la musica di questo musicista possiede essendo un primo esempio di “musica d’ambiente”. La scrittura musicale di Satie era del tutto originale: in Parade, ad esempio, Satie usa suoni molto innovativi come sirene, macchine da scrivere ed altri effetti sonori non tradizionalmente musicali; scrive brani difficilmente inquadrabili nei generi conosciuti come le celebri tre Gymnopédie e sei Gnossienne; sperimenta nuove forme del suono ed inventa di fatto la tecnica del piano preparato inserendo per la prima volta degli oggetti nella cassa armonica dello strumento nell'opera Le Piège de Méduse; compone inoltre anche il brano più lungo della storia, Vexations, composto da trentacinque battute ripetute 840 volte per una durata totale di circa venti ore Erik Satie morì a 59 anni di cirrosi epatica il 1 luglio del 1925.




Un musicista bizzaro


Satie fu in vita un personaggio dalle pose originali e dai comportamenti bizzarri, spesso sottolineati dai cronisti del tempo. Visse in un appartamento chiamato da lui "l'Armadio", composto da due stanze, di cui solo una utilizzata pienamente, mentre l'altra era chiusa a chiave; il contenuto di questa venne scoperto solo alla morte dell'artista: conteneva una collezione di ombrelli di vari generi a cui lui teneva così tanto che non li usava. Satie era inoltre fissato con l'abbigliamento, in particolar modo per i completi in velluto: ne possedeva tantissimi (tutti uguali).

Una delle numerose idee fisse di Erik Satie era il numero tre, un'ossessione mistica; forse una reliquia del simbolismo trinitario associato all'Ordine cabbalistico dei Rosacroce (di stampo massonico), del quale Satie aveva fatto parte in gioventù. Molte delle sue composizioni sono raggruppate in cicli di tre, e tra queste le Trois Gymnopédies del 1888.



STILE

Satie ama la ricerca, la sperimentazione, il gusto della sfida, che lo porterà per tutta la vita al continuo e radicale, cambiamento di stile. Nel periodo della Rosacroce usa una scrittura libera, senza divisioni in battute, fondata su accordi complessi che prefigurano la ricerca di Debussy. Attribuisce strani titoli alle sue composizioni: "Gymnopedies" (Ginnastica dei piedi) per pianoforte. Poi si interessa alla musica dei café-concert e delle fiere popolari. Dopo l'incontro con Diaghile (critico d'arte russo e fondatore del Ballets Russes, da cui molti famosi ballerini e coreografi emersero), la musica di Satie esprime una pura oggettività in opposizione ad ogni attributo sentimentale ed emozionale conferito al linguaggio della musica: significativo l'uso di rumori ambientali , l'uso del mezzo cinematografico in Relâche o solamente il balletto Mercurio dal sottotitolo "pose plastiche".

Satie è considerato l’iniziatore della cosiddetta “musica d’ambiente” o meglio dell’ambient, ovvero un genere musicale che nasce nel Novecento, nuovo poiché per la prima volta nella storia della musica l’atmosfera poteva acquistare più valore rispetto alla musica e questa poteva evocare scenari estremamente naturali e atmosferici. Satie è uno dei primi sperimentatori di questa moderna modalità di fare musica grazie anche al suo stile “impressionista”.



"Satie agisce come un provocatore, un avventuriero dell'arte, in lotta con la decadenza estetica e morale della sua epoca ..."
Apre la strada a Debussy ma non ha i mezzi tecnici, per approfondire il linguaggio musicale, fondamentalmente è un altro autodidatta. Ama la ricerca, la sperimentazione, il gusto della sfida e a dispetto del suo carattere bizzarro e di un atteggiamento a dir poco elastico verso lo studio, esprime attraverso le sue composizioni un puro formalismo oggettivo in opposizione ad ogni attributo sentimentale ed emozionale conferito al linguaggio musicale. È una musica indirizzata verso la semplicità in contrasto con la retorica romantica e la "musica totale" wagneriana, desiderosa di "riportare il suono alla sua nuda realtà primitiva" sulla base della convinzione che la musica debba esprimere solo se stessa ed essere priva d'implicazioni psicologiche e/o mistiche.




IL GRUPPO DEI SEI

Il Gruppo dei Sei fu un circolo musicale sorto spontaneamente a Parigi attorno al 1920 del quale fecero parte i compositori francesi Darius Milhaud, Arthur Honegger, Francis Poulenc, Germaine Tailleferre, Georges Auric e Louis Durey.

Nato in Francia nel primo dopoguerra, la sua musica oggettiva costituì una reazione alle tendenze dominanti dell'impressionismo di Claude Debussy e del wagnerismo, aggiungendovi uno spirito nazionalista che tendeva alla rifondazione della musica nazionale francese. Raccoglievano in sintesi l'eredità musicale di Eric Satie ed ebbero dalla loro parte lo scrittore Jean Cocteau. Quest'ultimo scrisse nel 1918 il manifesto programmatico di questo gruppo con il titolo de "Il Gallo e l'Arlecchino" che riassumeva l'ideologia dei Sei e la trasponeva in estetica musicale, esaltando Satie quale ispiratore delle musiche del gruppo. Questi sei compositori e musicisti furono attivi a Parigi all'epoca ma erano provenienti dai più disparati contesti musicali e che da lì avrebbero poi rivoluzionato il corso della musica occidentale.

I Sei non furono un gruppo musicalmente compatto, pur essendo grandissimi amici e restando tali per il resto della loro vita. I Sei devono molto a Gabriel Fauré che, già anziano maestro di composizione e direttore del Conservatorio di Parigi, li seguì nel periodo della loro formazione musicale. È al critico musicale Henri Collet, con un articolo pubblicato il 16 gennaio 1920, nel giornale Comœdia, che si deve la denominazione "Les Six" ("i Sei"), dal titolo "Les cinq russes, les six français et M. Satie" ispirato dal nome del Gruppo dei Cinque, cenacolo di importanti musicisti russi che si erano imposti questo nome dopo aver preso la decisione di rifondare la musica nazionale russa.

L'idea di un gruppo di nuovi giovani nacque a Satie che desiderò formare un gruppo di Noveaux Jeunes (nuovi giovani) che potessero rinnovare la musica, seguendo parallelamente le avanguardie pittoriche e stilistiche dell'epoca, quali quelle dadaiste, futuriste e cubiste. I Noveaux Jeunes presero a frequentarsi presso il bar "La gaya" di Montparnasse, luogo frequentato anche da Jean Cocteau e altri intellettuali. Il primo nucleo dei Noveaux Jeunes, che prese tale nome nel 1917 riuniva solamente Louis Durey (il più anziano dei 6), Georges Auric e Arthur Honegger, assieme alla figura intellettualistica di Cocteau.

Attorno al 1919 si aggiunserò i rimanenti 3 compositori e il sodalizio fra i 6 giovani compositori che abbiamo appena citato si fece più forte; per questo presero il nome affibbiatogli da Henri Collet che ebbe la possibilità di frequentarli in quello stesso locale. Come affermo però in seguito Milhaud:

« [Collet] scelse sei nomi in modo assolutamente arbitrario, quelli di Auric, Durey, Honegger, Poulenc, Tailleferre e me semplicemente perché ci conoscevamo l'un l'altro ed eravamo amici e apparivamo insieme nelle stesse locandine, senza badare al fatto che i nostri temperamenti e le nostre personalità erano completamente diversi! Auric e Poulenc seguivano le idee di Cocteau, Honegger il romanticismo tedesco e io il liricismo mediterraneo!»

Le loro principali composizioni in gruppo furono realmente poche. Vale la pena di citare però in questo ambito le seguenti composizioni:


"L'album des six" (1921): Album di musiche per pianoforte solo, unica opera alla quale parteciparono tutti e sei.


"Les Mariés de la Tour Eiffel"(1921): balletto composto dal gruppo Milhaud - Auric - Tailleferre - Honegger - Poulenc, da un'idea di Cocteau.



LES GYMNOPÉDIES

Le Gymnopédies sono tre opere per pianoforte composte da Erik Satie che furono pubblicate a Parigi nel 1888. Questi brevi pezzi atmosferici sono scritti in tempo di 3/4. Sono considerati i precursori alla moderna musica d'ambiente, per l'eccentricità e la spiccata dolcezza che sembrano sfidare la tradizione classica. Le melodie delle Gymnopédies usano deliberatamente, seppure leggermente, dissonanze contro l'armonia, producendo un caratteristico effetto malinconico Sin dal primo ascolto della Gymnopedie n°1 si rimane estasiati dalle armonie che ne escono fuori.


GYMNOPEDIE 1

Di certo questa splendida composizione è il brano più conosciuto di Erik Satie. Resta il fatto che molti non ne conoscono l’autore e spesso quando sentono l’inizio si ritrovano catapultati in un ricordo di un breve frammento a cui non riescono a dare un nome.

Tonalità: Re maggiore
Tempo: 3/4
Lent et douloureux


http://www.youtube.com/watch?v=S-Xm7s9eGxU


GYMNOPEDIE 3

Gymnopedie n°3 dedicata a Charles Levadè
Tonalità: La minore


Tempo: 3/4

Lent et grave


http://www.youtube.com/watch?v=iHEpuj96bCg



Orchestrazione di Claude Debussy



Verso la fine del 1896 la popolarità di Satie e la situazione finanziaria era calante. Claude Debussy , la cui popolarità era in aumento in quel periodo, ha contribuito ad attirare l'attenzione del pubblico verso l'opera del suo amico.



Debussy ha espresso la sua convinzione che la "seconda Gymnopedie" non si presta a orchestrazione (orchestrazioni di questa Gymnopédie sono state realizzate solo molti decenni dopo, da altri compositori, e senza essere eseguite frequentemente). Così, nel febbraio 1897, Debussy ha orchestrato solo la prima e la terza Gymnopédie, invertendo la numerazione:


"Prima Gymnopédie" (originale impostazione al pianoforte di Satie) → "Terza Gymnopédie" (orchestrazione di Debussy)




"Terza Gymnopédie" (originale impostazione al pianoforte di Satie) → "Prima Gymnopédie" (orchestrazione di Debussy)



Lo spartito è stato poi pubblicato nel 1898.



http://www.youtube.com/watch?v=kVQCo3jTNrw





GNOSSIENNE 1


Le Gnossiennes sono sette brani per pianoforte composti da Erik Satie alla fine del XIX secolo. Il termine è stato coniato da Satie per indicare un nuovo tipo di composizione musicale. Gnossienne deriva apparentemente dalla parola gnosi (La gnosi è la conoscenza pervenuta al sapiente per vie divine o sapienziali. Lo gnostico era in epoca antica il sapiente, colui il quale possedeva la conoscenza per averla ricevuta direttamente da una rivelazione degli dei. Nel II° secolo d.C. lo gnosticismo fu la corrente religiosa che predicava la possibilità di attingere ai motivi più profondi del Cristianesimo attraverso l'atteggiamento razionale.
In epoca moderna la gnoseologia designa la scienza che studia i problemi relativi alla conoscenza e ai metodi per raggiungerla al meglio)
. Cosa non troppo sorprendente data l'implicazione di Satie in sette movimenti gnostici nel periodo in cui iniziò a comporre questi brani. Alcune fonti, tuttavia, asseriscono che il titolo derivi dal famoso palazzo cretese di Cnosso, o "Gnossus", e che le composizioni siano dunque da collegare al mito di Teseo, Arianna e il Minotauro.


Satie compose le Gnossiennes fra il 1889 e il 1897, ossia nel decennio successivo a quello in cui scrisse le tre Sarabandes (1887) e le più famose Gymnopédies (1888). Come le Sarabandes e le Gymnopédies, le Gnossiennes sono spesso state definite delle "danze".

Questo brano non presenta indicazioni di tempo all’inizio del brano. E’ facile trovare nella musica contemporanea di Satie brani senza il tempo scritto all’inizio; Satie scrisse 5 Gnossienne su 7 SENZA indicazioni temporali. Questo infatti è una delle difficoltà esecutive di Satie.

1ère Gnossienne, a Roland Manuel
Tonalità: Fa minore
Lent

Notiamo come questo brano sia composto fondamentalmente da due temi che con modifiche e alternanze riescono a comporre e a sviluppare un bellissimo pezzo.


http://www.youtube.com/watch?v=PLFVGwGQcB0&feature=related


Nessun commento:

Posta un commento